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PLETISMOGRAFIA

Con questo nome si indicano alcune tecniche di indagine vascolare molto utilizzate in passato, le cui informazioni cliniche erano rilevate mediante lo studio delle variazioni di volume di un segmento di arto indotte dal riempimento/svuotamento sistole/diastole, o da sollecitazioni esterne.

Le pletismografie ancora utilizzate, e non in tutti i laboratori, sono la fotopletismografia digitale, la fotopletismografia a luce riflessa e la pletismografia strain-gauge (o ad acqua) con occlusione venosa.

Descrizione dell’esame: un rilevatore (cellula fotoelettrica, rilevatore di luce infrarossa, tubicino di silastic o strain-gauge, camera ad acqua) viene posto sulla cute, e le variazioni di volume vengono registrate sia in condizioni spontanee che dopo sollecitazioni esterne (postura degli arti, stimoli termici, movimenti attivi del piede, occlusione venosa realizzata gonfiando a monte del rilevatore un bracciale da sfigmomanometro a 60 mmHg).

Fotopletismografia digitale: una sorgente luminosa transillumina un polpastrello  ed una fotocellula registra le variazioni di assorbimento della luce da parte dei tessuti, in funzione della sistole/diastole vascolare. Il risultato grafico consiste in una serie di oscillazioni sincrone con la pulsazione arteriosa.

droppedImageUtilizzata in passato per lo studio della morfologia dell’onda sfigmica in condizioni di riposo e dopo sollecitazioni funzionali (caldo/freddo in soggetti con acrosindromi vascolari [Raynaud, Acrocianosi]), attualmente è impiegata pressoché esclusivamente nello screening dei pazienti con sospetto di sindrome dello stretto toracico. La figura mostra chiaramente la presenza di normali oscillazioni a riposo e la riduzione (sino allo stop sfigmico) della pulsatilità al dito medio destro durante sollevamento del braccio. La medesima manovra eseguita a sinistra non provoca alcuna riduzione della pulsazione.

Fotopletismografia a luce riflessa: indaga sulla funzione dei plessi venosi subpapillari del sottocute. Il rilevatore viene posizionato sulla cute della gamba, circa 10 cm al di sopra del malleolo interno.

droppedImage_1Il paziente esegue 10-15 movimenti di flesso estensione del piede, durante i quali il sangue passa dalle vene superficiali alle profonde, la cute diviene più chiara ed aumenta la luce riflessa. Alla sospensione dell’esercizio le vene superficiali tornano a riempirsi. La misura dello svuotamento sotto movimenti attivi da indicazioni preziose sulla efficienza della pompa muscolare venosa. In assenza di patologia il riempimento avviene per via normale in circa 20-30 secondi. In caso di varici, il riempimento avviene per via retrograda a causa del reflusso venoso, in tempo alquanto ridotti (pochi secondi).

In questo caso, ripetere l’esame dopo aver bloccato le varici con un laccio può fornire delle buone informazioni sull’efficacia di un intervento di stripping.

La figura mostra un tracciato (in alto) con un tempo di riempimento molto ridotto, che si normalizza (in basso) dopo aver escluso la vena safena varicosa con un laccio.

droppedImagePletismografia sg con occlusione venosa: trova applicazione nello studio del riempimento e dello svuotamento del sistema venoso di un arto; in caso di svuotamento alterato fa sospettare la presenza di una trombosi venosa. La sua sensibilità è elevata per le trombosi situate sopra il ginocchio, bassa nelle trombosi distali.

droppedImage_1 È utilizzata anche per lo studio della portata arteriosa dell’arto, misurando il flusso a riposo e il massimo flusso dopo ischemia (iperemia reattiva post-ischemica). In questa applicazione, durante la quale l’ischemia droppedImage_2dell’arto viene realizzata gonfiando un manicotto ad una pressione superiore alla sistolica e mantenuta per tre minuti. è utilizzata esclusivamente per scopi di ricerca.